1 Timoteo 2,1-6 - Aceb_PugliaBasilicata

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2006-2024  ANNO XVIII         7 Aprile 2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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SERMONI

Un solo Dio e un solo mediatore
 
"Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, pre-ghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condur-re una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. Questo è buo-no e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Infatti c'è un solo Dio e anche un solo media-tore fra Dio e gli uomini, Cristo Ge-sù uomo, che ha dato se stesso co-me prezzo di riscatto per tutti".
 (1 Timoteo 2,1-6)

La chiesa, che Gesù Cristo ha fondato con la chiamata dei suoi discepoli e che è nata a Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo, non esiste per se stessa, ma per servire Dio nel mondo al fine di testimoniare a tutti l'evangelo, la buona notizia della nostra salvezza in Cristo. Come chiesa del Signore, siamo dunque chiamati a interessarci non solo del nostro bene, ma del bene di tutti.
L'apostolo Paolo scriveva a Timoteo, mentre costui era impegnato a curare la chiesa di Efeso, incorag-giando il giovane pastore a portare avanti con zelo l'incarico affidatogli. Dopodiché, tramite Timoteo, rivol-geva una esortazione a tutta la comunità: «Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini» (vs. 1).
Molti credenti sono portati a pregare soltanto per se stessi, per i loro bisogni o per i loro cari. Paolo, invece, esortava Timoteo e i membri della chiesa di Efeso a pregare per tutti gli esseri umani vicini o lontani, conosciuti o sconosciuti, amici o nemici. Pertanto, se come chiesa non esistiamo soltanto per noi stessi, siamo chiamati a riunirci insieme in preghiera al fine di pregare non solo per i nostri bisogni, ma anche per quelli della società nella quale vivia-mo. La preghiera è fondamentale per la nostra vita di fede perché con essa noi esprimiamo la nostra relazione personale con Dio. La preghiera è dialogo con Dio. Questo dialogo personale tra noi e il nostro Signore non ci isola, però, dal mon-do perché nelle nostre preghiere siamo chiamati anche a intercedere per gli altri, presentando al Signore non solo le nostre angosce, le no-stre colpe o i nostri bisogni, ma an-che quelli del mondo nel quale viviamo. La preghiera cristiana non ci isola dal resto del mondo, ma, al contrario, ci rende più sensibili verso le problematiche della realtà nella quale viviamo. Come cristiani, non possiamo quindi rifugiarci nel nostro piccolo nucleo ecclesiale, estraniandoci dal mondo, perché siamo chiamati a pregare non solo per noi stessi, ma per il bene di tutte le creature umane. La preghiera comunitaria, nelle sue varie espres-sioni di suppliche, intercessioni o ringraziamenti, è sempre inclusiva perché non rimane circoscritta all' ambito ecclesiale, ma raggiunge ogni ambito della vita sociale, dalla base ai vertici.
L'Apostolo, infatti, esorta a pre-gare anche per le autorità di questo mondo: «per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità» (vs. 2). In modo particolare in questo tempo siamo chiamati a pregare affinché il Signore illumini le autori-tà di questo mondo, inducendole a ravvedersi, ponendo fine ai loro scontri ideologici, di potere e di sopraffazione, che stanno distruggendo il pianeta, incrementando povertà, guerre e inquinamento, e impe-gnandosi, invece, per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.
È anche vero che, da una trentina d'anni, in Italia il mondo della politica ha perso credito perché molti italiani sono stanchi delle solite sterili dinamiche di propaganda in base alle quali le autorità di governo ven-gono bersagliate dalle critiche deni-gratorie dell'opposizione con il solo obiettivo di demolire l'avversario per accaparrarsi il potere.
Di fronte a un simile scenario raccapricciante, la nostra tentazione è quella di dissociarci dal mondo politico, fino a disinteressarci del tutto della cosa pubblica, trovando rifugio nelle cose spirituali. Ma, come discepoli e discepole di Gesù Cristo, non possiamo dissociarci dal mondo nel quale viviamo. Il Signore Gesù, infatti, assumendo la nostra carne umana, non si è dissociato dalla no-stra umanità, malgrado l'ingiustizia e la corruzione insita nella nostra natura peccaminosa, ma si è fatto carico delle nostre contraddizioni e delle nostre colpe fino a essere inchiodato sulla croce, al fine di manifestarci che Dio, nella sua miseri-cordia, ha a cuore il nostro benessere e la nostra salvezza da ogni male. Pertanto, anche noi, posti co-me siamo di fronte alle contraddi-zioni del nostro tempo, non possiamo lavarcene le mani, preoccupandoci soltanto della salvezza della nostra anima, ma siamo chiamati a guardare al mondo nel quale viviamo e a interessarci di esso, cominciando innanzitutto a pregare per esso. Perciò, non possiamo disinte-ressarci della vita politica del nostro Paese, ma siamo chiamati a pregare anche per i nostri governanti, af-finché il Signore giunga a illuminare le loro menti e a convertire i loro cuori, orientandoli al bene comune.
Il primo impegno che siamo chia-mati ad assumerci verso tutti gli esseri umani, a partire dagli strati più disagiati della popolazione fino ad arrivare a chi ci governa, è quello di pregare per loro. Paolo, infatti, prosegue scrivendo: «Que-sto è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e ven-gano alla conoscenza della verità» (vs. 4). È buono pregare per tutti perché il Signore vuole che tutti gli uomini siano salvati. Il contenuto delle nostre preghiere d'intercessio-ne per tutti gli uomini e le donne è che tutti vengano alla conoscenza della verità. E Dio ci ha fatto cono-scere la sua verità per mezzo di Gesù Cristo, suo Figlio, il quale dice-va ai suoi discepoli: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6).
Cristo è l'unica via sicura per giungere alla conoscenza della verità. La verità è che c'è un solo Dio a cui tutti sono sottoposti e a cui tutti gli esseri umani saranno chiamati a rendere conto. La verità è che, di fronte a questo Dio santo e giusto, siamo tutti inadempienti. La verità è che, senza il suo aiuto, rimarremmo tutti schiavi delle nostre colpe e del sistema iniquo che ci siamo creati, dato dalla nostra civiltà corrotta. La verità è che Dio, nella sua miseri-cordia, non ci ha abbandonati a noi stessi, ma è venuto a salvarci da ogni male per mezzo di Gesù Cristo, nel quale ha assunto la nostra umanità per redimerla dal Male e dal peccato.
L'Apostolo giunge, così, a dichiarare: «Infatti c'è un solo Dio e an-che un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di ri-scatto per tutti» (vs. 5-6). Questo celebre versetto, molto caro a noi evangelici, è una vera e propria confessione di fede che riassume in sé l'evangelo della salvezza in Gesù Cristo. Alcuni hanno interpretato questa dichiarazione come la ver-sione cristiana dello shema' Israel, la preghiera ebraica per eccellenza che sintetizza la fede di Israele: «Ascolta, Israele: Il Signore, il no-stro Dio, è l'unico Signore» (Dt 6,4-8).L'Apostolo, dichiarando che c'è un solo Dio, riprende la confessione di fede ebraica a cui poi aggiunge lo specifico delle fede cristiana: c'è anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo.
La funzione intermediatrice di Ge-sù Cristo si realizza nella sua morte di croce. Morendo sulla croce, il Cristo infatti si dona come prezzo di riscatto per tutti. Come nel mondo antico bisognava pagare un riscatto per liberare uno schiavo, così Cristo ha pagato, mediante il dono della sua vita, il riscatto per liberarci dalla schiavitù del peccato e riconciliarci con Dio. I Padri della chiesa giunse-ro a spiegare l'unicità della media-zione di Cristo in base alla sua du-plice natura. Gesù Cristo, infatti, essendo allo stesso tempo vero Dio e vero uomo, è l'unico ponte di collegamento tra l'umanità e Dio. Pertanto, questa umanità, separata da Dio a causa del peccato, può rista-bilire la propria comunione con Dio Padre soltanto per mezzo della me-diazione del suo Figlio, Gesù Cristo.
Ora, Cristo ha dato se stesso come prezzo di riscatto non solo per noi ma per tutti. Se è così, noi siamo chiamati non soltanto a pregare per tutti, ma anche ad annunciare a tutti che Gesù Cristo è l'unico me-diatore tra Dio e gli esseri umani e, al di fuori di lui, non ci sono altri intermediari per essere riscattati dai nostri peccati e ristabilire un giusto rapporto con Dio. Né madonne, né santi, né caste sacerdotali possono essere mezzi ulteriori di intermedia-zione tra Dio e l'umanità.
L'unicità della mediazione di Cristo, messa in ombra da pratiche devozionali fuorvianti, è stata riaffermata con forza dalla Riforma protestante, tramite il principio "Solus Christus". Oggi tocca a noi por-tare avanti questo annuncio che apre a tutti la possibilità di vivere l'esperienza meravigliosa dell'incontro con l'amore di Dio.
Gesù Cristo è l'unica persona che ci ha manifestato appieno il volto misericordioso di Dio. Pertanto, è solo per mezzo di Gesù che possia-mo giungere a sperimentare l'ab-braccio di Dio che ci accoglie nel suo amore, anziché condannarci, ren-dendoci delle creature nuove in Cristo. Questo lieto annuncio di rinnovamento è l'unico messaggio d' amore che può curare ogni cuore ferito, a cominciare dal tuo! L'unica cosa che ti viene richiesta è quella di accogliere l'abbraccio misericor-dioso di Dio, riponendo la tua fidu-cia in Cristo Gesù, "perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mez-zo del quale noi dobbiamo essere salvati" (At 4,12).
Lascia che il Signore venga a curare il tuo cuore, riponendo la tua fede in Gesù Cristo e confidando nella sua Parola, e diventerai uno strumento nelle mani del Signore per testimoniare agli altri il suo messaggio d'amore, pregando per il bene di tutti e annunciando a tutti che Gesù Cristo è l'unica via sicura verso l'incontro con quell'unico Dio che ci ha generati e che può ridare senso e speranza alla nostra esi-stenza travagliata.
 (Ruggiero Lattanzio)


 BariBattista  -  Giugno 2022  n.125


 
 
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