Solitudine digitale - Aceb_PugliaBasilicata

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2006-2024  ANNO XVIII                20 Marzo 2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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L
a digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti. 
 Sono però note a tutti le patologie "cibernetiche" e le conseguenze sulla salute nostra e dei nostri figli dovute all'uso sempre più intensivo di computer, social e giochi elettronici. Non si tratta di ostilità nei confronti della tecnologia, ma di veri e propri effetti collaterali indesiderati come stress, perdita di empatia, depressione, disturbi del sonno e dell'attenzione, incapacità di concentrarsi e di riflettere, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà

I bambini, sono danneggiati nelle loro capacità sensoriali, e bullismo e criminalità informatica completano il quadro di una situazione che ci sta sempre più sfuggendo di mano. 

L'appello che Manfred Spitzer lancia in questo libro è di reagire per non lasciare che le nostre vite siano dominate dalle lobby del settore che ogni giorno ci bombardano con messaggi su quanto siano importanti e utili i media digitali.
 
È davvero migliorata la nostra vita dopo l’avvento di Facebook o Whatsapp? Il neuropsichiatra e neuroscienziato Spitzer Manfred ha seri dubbi al riguardo e lo dimostra in Solitudine digitale, un libro che tutti dovremmo leggere per salvaguardare la nostra salute e quella dei nostri figli. Le nuove tecnologie hanno cambiato il nostro stile di vita e il nostro modo di stare al mondo. Pochi momenti per pensare, per stare da soli, per riflettere e poi la socializzazione avviene ormai solo attraverso chat o contatti in rete. Pochi i momenti di relazioni sociali vere in cui ci si scambia un saluto, un abbraccio. Il nostro mondo è stravolto e se da una parte è vero che internet permette a tutti di avere un maggiore accesso alle informazioni e dà la possibilità di contattare persone che altrimenti non avremmo mai più rivisto, da un’altra parte non ci permette di tessere relazioni vere con i vicini di casa o magari ci allontana da chi ci sta vicino ogni giorno della nostra vita. Spitzer ci mette in allarme e lo fa con l’intento di salvarci dal rischio di diventare una società di automi dove la solitudine è solo il primo dei pericoli. Seguono poi patologie sociale e disturbi permanenti al cervello. Può internet causare tutto questo? Sì se si trasforma in dipendenza, in necessità assoluta di mettersi in relazione con il mondo principalmente attraverso questo mezzo. Non dobbiamo mai dimenticarci il reale, la vita quotidiana, le relazioni sociali, la possibilità e il prezioso dono di amare gli altri avendoli davanti, potendoli toccare e guardare non solo attraverso uno schermo.

 
 
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