Vivere e morire per il Signore - Aceb_PugliaBasilicata

Cerca
2006/2025 -  ANNO XIX 15 giugno 2025
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
Vai ai contenuti

Menu principale:

 

MEDITAZIONE FUNERALE PIETRO BATTISTA


“Vivere e morire per il Signore”

LETTURE BIBLICHE:
41 Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi, o anche per tutti?»  42 Il Signore
rispose: «Chi è dunque l’amministratore fedele e prudente che il padrone costituirà sui suoi
domestici per dar loro a suo tempo la loro porzione di viveri? 43  Beato quel servo che il
padrone, al suo arrivo, troverà intento a far così.  44 In verità vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni. 
(Luca 12,41-44)

7 Nessuno di noi infatti vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso; 8  perché, se
viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che
viviamo o che moriamo, siamo del Signore. 9  Poiché a questo fine Cristo è morto ed è
tornato in vita: per essere il Signore sia dei morti sia dei viventi.
(Romani 14,7-9)


Vorrei iniziare dicendo che Pietro Battista ha svolto nella sua vita diversi mestieri… mi è stato raccontato che per un periodo piuttosto lungo è stato muratore e per un altro periodo altrettanto lungo è stato bidello alla scuola “Ingannamorte” qui a Gravina. Ma in questa comunità Pietro viene ricordato soprattutto per essere stato cassiere nel Consiglio di Chiesa per tanto tempo, un membro molto attivo e, infine, Anziano a vita.

E la sua persona mi ha fatto venire in mente quel passaggio del Vangelo di Luca, nel quale un altro Pietro - l’apostolo Simon-Pietro - si rivolge al suo Maestro Gesù chiedendo se la parabola dei servi appena raccontata fosse riferita solo alla cerchia dei discepoli o a tutti quanti. E in risposta, Gesù racconta una nuova parabola che specifica in cosa consista il compito di un amministratore fedele. In sostanza, esso consiste nel saper amministrare bene e con prudenza ciò che il padrone lascia in gestione nell’attesa del suo ritorno. Non solo… esso consiste in una buona e saggia amministrazione non per fini egoistici o di guadagno personale, ma per far sì che anche i domestici della casa possano avere il necessario per vivere. 
Se dovessi scegliere un’espressione per definire Pietro Battista userei proprio quella di questo passo biblico: un amministratore fedele. Un membro di Chiesa che ha riconosciuto l’opera di Dio nella propria vita, che ha compreso profondamente il grande tesoro della fede ricevuto e che si è messo al servizio, amministrando con i suoi talenti il patrimonio materiale e spirituale di questa comunità. Non lo ha fatto perché si aspettasse un premio, né per guadagno personale, ma lo ha fatto perché sapeva che questo era il compito affidatogli dal Signore nell’attesa del suo ritorno. Un amministratore fedele, ecco chi è stato Pietro Battista. Tanto che mi ha colpito a casa sua una targa ben incorniciata appesa nel salotto che esprime la gratitudine della comunità per il lungo servizio svolto come cassiere. In questo senso, Pietro era una persona sul quale contare affinché non mancassero i viveri agli altri membri della sua famiglia e anche di questa comunità.

La piccola parabola di Gesù continua poi dicendo che quel servo, quell’amministratore fedele che il padrone troverà al suo arrivo intento a gestire il patrimonio affidatogli, sarà beato. E qui, purtroppo, sappiamo che negli ultimi anni di vita Pietro non ha potuto amministrare, magari come avrebbe voluto continuare a fare, i beni di questa Chiesa. A dir la verità, con la vecchiaia la sua situazione personale è divenuta molto fragile. Quel che possiamo dire è che Pietro, così come l’amministratore fedele della parabola, non ha vissuto per sé stesso ma ha saputo vivere per il Signore. E cosa significa vivere per il Signore? Significa vivere nella riconoscenza di quello che Dio ci dona ogni giorno. Significa vivere pensando anche al bene degli altri e non solamente al proprio bene. Significa vivere sapendo mettere a disposizione i propri doni per il bene comune. Significa vivere nella fiduciosa attesa che alla fine di tutto il Signore tornerà, proprio come è tornato il padrone della parabola.

Coloro che vivono per il Signore sanno nel profondo del loro cuore che non moriranno invano. Coloro che vivono per il Signore sanno che la morte non è la fine di tutto, ma è l’incontro finale con quel Dio che è stato conosciuto in vita e che si è servito con fedeltà. Per questo motivo, al vivere per il Signore corrisponde anche il morire per il Signore, ossia andarsene da questo mondo sapendo che sia da vivi che da morti siamo del Signore. Quel Signore che ha saputo farsi servo di tutti in Gesù Cristo morto e risorto il terzo giorno. Quel Signore che ha saputo farsi servo di tutti in Gesù Cristo e che, come il servo della parabola, ci aspetta alla fine di tutto per incontrarci di nuovo. 

Detto ciò, la parabola di Gesù che abbiamo attraversato, non termina solamente con il ritorno del padrone, ma si conclude con una sorta di promozione. Infatti, il servo fedele viene costituito amministratore su tutti i suoi beni. Non si tratta di una ricompensa, ma di una condizione di beatitudine nel sapersi figli e figlie di Dio, servi e serve fedeli del suo Regno. Siamo certi che Pietro è vissuto per il Signore ed è anche morto per il Signore. Siamo certi che da amministratore fedele, ora può conoscere l’amministrazione più grande del nostro Dio che ci chiama a seguirne l’esempio e a spendere la nostra vita al suo servizio per il bene comune. Detto in poche parole, a vivere e a morire per il Signore. Amen!
Pastore: Simone De Giuseppe

Chiesa Cristiana Evangelica Battista di Gravina in Puglia (BA) - 4 Giugno 2025
 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu