Il libero esame delle scritture - Aceb_PugliaBasilicata

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2006-2024  ANNO XVIII        2 Maggio 2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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CALENDARIO BIBLICO 2017
 
 
LA RIFORMA PROTESTANTE
 
 


Il libero esame delle Scritture:
una grande conquista della Riforma protestante tra le più fraintese
 
 
 
Una delle più grandi conquiste della Riforma protestante è stata quella di liberare la Bibbia dal monopolio del clero per metterla nelle mani di tutti i cristiani. Questa operazione fu avviata da Martin Lutero con la traduzione della Bibbia in tedesco. Tramite la nascita delle Società bibliche, la Bibbia è poi stata tradotta nelle principali lingue di tutto il mondo.
 
Basandosi sul principio secondo cui la Parola di Dio attestata dalle Sacre Scritture è l'unica parola normativa in materia di fede (Sola Scrittura), i Riformatori del XVI secolo sottrassero il testo biblico dal controllo del magistero della chiesa romana che deteneva il potere dell'interpretazione delle Scritture in base alla Tradizione ossia al "deposito della fede" tramandato nei secoli, che comprende l'insegnamento autorevole dei Padri della chiesa, i Concili, le encicliche dei papi e i dogmi. I Riformatori liberarono dunque la Bibbia dall'asservimento alla Tradizione, affermando che l'autorità della Parola di Dio attestata dalle Scritture è superiore alla Tradizione stessa. Ogni cristiano deve dunque avere un libero accesso alle Scritture che potrà leggere sotto la guida dello Spirito Santo. La Bibbia, infatti, non contiene insegnamenti esoterici destinati a una ristretta cerchia di credenti, ma attesta il lieto messaggio d'amore e di riconciliazione che Dio Padre rivolge all'intera umanità per mezzo di Gesù Cristo e sotto l'azione del suo Spirito.
 
Quando nel 1521 Lutero fu convocato dalla Dieta di Worms presieduta dall'imperatore Carlo V per rispondere se fosse disposto a revocare il contenuto dei sui scritti, egli rispose: «A meno che non venga convinto da testimonianze delle scritture o da ragioni evidenti - poiché non confido né nel Papa, né nel solo Concilio, poiché è certo che essi hanno spesso errato e contraddetto loro stessi - sono tenuto saldo dalle scritture da me addotte, e la mia coscienza è prigioniera dalla parola di Dio, ed io non posso né voglio revocare alcunché, vedendo che non è sicuro o giusto agire contro la coscienza. Dio mi aiuti». La coscienza di Lutero era ormai libera dalle autorità politiche e religiose di questo mondo per essere asservita soltanto al Cristo attestato dalle Scritture.
 
Oggigiorno vediamo nascere nel mondo evangelico nuovi movimenti sotto la guida di predicatori che si arrogano il diritto d'interpretare le Scritture secondo il loro giudizio. Lutero, però, liberando la Bibbia dal monopolio del clero, non intendeva affermare che ognuno può leggere la Bibbia come gli pare e piace, estrapolando da essa nuove dottrine e fondando su di esse nuove chiese. Non dimentichiamo che l'ex-monaco agostiniano era un docente di teologia, esperto conoscitore delle lingue originali della Bibbia (ebraico e greco) e un fine esegeta delle Scritture, estremamente attento all'approccio ermeneutico che bisognava adottare a seconda del genere letterario di ogni specifico testo biblico col quale si confrontava. Il libero esame delle Scritture non dev'essere dunque confuso con l'interpretazione biblica a proprio piacimento, nascondendosi dietro l'alibi dell'ispirazione proveniente direttamente dallo Spirito Santo, ma consiste piuttosto in un accurato e responsabile esercizio di lettura e di approfondimento del testo biblico che prevede anche il confronto fraterno per ricercare insieme "ciò che lo Spirito dice alle chiese" (Ap 2,7) e per non incorrere nel facile errore di far dire alla Bibbia quello che noi vogliamo.
Al fine di evitare interpretazioni fuorvianti, occorre individuare quali sono le chiavi ermeneutiche più appropriate per una pertinente interpretazione delle Scritture. Ritenendo con i Riformatori che tale chiave non può essere data da alcun magistero, essendo la Bibbia stessa la Parola più autorevole in materia di fede, occorre ricercare la chiave interpretativa nelle stesse Scritture. Come cristiani, noi siamo chiamati a leggere e a interpretare tutte le Scritture, dall'Antico al Nuovo Testamento, alla luce della venuta di Gesù Cristo, l'unigenito Figlio di Dio che è venuto a portare a compimento la legge e i profeti (Mt 5,17). Attraverso la sua opera e il suo insegnamento, Gesù si presenta come colui che viene a donarci quella che per noi cristiani è l'interpretazione definitiva delle Scritture. Nel Sermone sul monte egli, infatti, riprendendo alcune interpretazioni tradizionali di antichi precetti scritturistici, dichiara: «Voi avete udito che fu detto agli antichi... ma io vi dico..." (Mt 5,21-22). Il quarto evangelista dichiara poi nel prologo del suo Vangelo che la Parola di Dio si è fatta carne (Gv 1,14) nella persona del suo unigenito Figlio, il quale viene presentato come l'esegeta di Dio: "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere (exegesato)" (Gv 1,18). Prima ancora di farsi libro, la Parola di Dio si è fatta carne nella persona di Gesù Cristo. Egli è dunque il cuore e la chiave ermeneutica di tutte le Scritture.
 
Oggi il Signore Gesù ci guida nell'interpretazione delle Scritture attraverso l'azione del suo Spirito proprio come il Risorto guidò i due discepoli di Emmaus nella comprensione delle Scritture che attestavano la sua venuta (Lc 24,13-35). Lo Spirito Santo non è, però, uno Spirito distinto e separato da Cristo, ma è lo Spirito del Padre e del Figlio (Rm 8,9-15; Gal 4,6) che non rivela nuove verità, ma che ci aiuta oggi a comprendere l'insegnamento stesso di Gesù Cristo, secondo la promessa che Gesù rivolse ai suoi discepoli: "il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto" (Gv 14,26); "Quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me" (Gv 15,26).
 
Diffidiamo dunque da quanti si autoproclamano in maniera autoreferenziale predicatori, pastori, missionari o profeti servendosi della libertà d'interpretare le Scritture per il loro tornaconto personale e la loro auto-glorificazione, scambiando il loro spirito vanaglorioso per l'opera dello Spirito Santo e seducendo la povera gente, che essi attirano a se stessi piuttosto che indirizzarla verso Cristo e il suo vangelo di pace, d'amore e di riconciliazione.
 
 
Ruggiero Lattanzio
(pastore della chiesa battista di Bari e Conversano)


 
 



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