Luca 17,5-6 (Un granello di fede) - Aceb_PugliaBasilicata

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2006-2024  ANNO XVIII         7 Aprile 2024
"Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:2)
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Un granello di fede
 
«Allora gli apostoli dissero al Signore: Aumentaci la fede. 
Il Signore disse: Se aveste fede quanto un granello di senape, 
potreste dire a questo sicomoro: 
Sradicati e trapiantati nel mare, e vi ubbidirebbe».
 (Luca 17,5-6)
 
Quante volte la nostra fede vacilla di fronte alle difficili prove della vita che siamo chiamati ad attraversare..? In casi del genere anche noi vorremmo rivolgerci al Signore con le stesse parole dei suoi primi discepoli: "Signore, au-mentaci la fede!".
Quando ci ritroviamo a doverci misurare con le nostre fragilità umane, con le nostre paure o con la nostra incapacità a seguire il Signore sino in fondo, ecco che questa preghiera sgorga dal no-stro cuore: Signore, aumentaci la fede! Riconosciamo di non farcela da soli e di non essere in grado di perseverare nella nostra fede(ltà) perché le richieste della Parola del Signore sembrano superare le nostre reali capacità umane.
Questa fu l'esperienza stessa degli apostoli. Infatti, essi dissero al Signore "aumentaci la fede" subito dopo aver ascoltato il suo insegnamento sul perdono, in base al quale essi erano chiamati a perdonare un fratello che si pente anche se pecca sette volte al giorno.
Di fronte ad una richiesta così impegnativa, gli apostoli riconob-bero la loro poca fede e anche noi oggi riconosciamo con loro quan-to siamo lontani dall'essere dei credenti che raggiungano il livello di fedeltà che la Parola del Signo-re ci richiede, in quanto non sem-pre siamo in grado di perdonare con prontezza il fratello o la so-rella che ci ferisce e non sempre siamo all'altezza di affrontare con fiducia le innumerevoli prove della vita, ma tante volte ci sentiamo piegati dalle ingiustizie di questo mondo.
Eppure, di fronte alla preghiera dei suoi discepoli che riconoscono la loro poca fede e chiedono a Gesù di aumentargliela, egli risponde loro, dicendo: «Se aveste fede quanto un granello di sena-pe, potreste dire a questo sico-moro: Sradicati e trapiantati nel mare, e vi ubbidirebbe». Una simile risposta di sicuro spiazzò gli apostoli e oggi continua a spiaz-zare anche noi...
Gesù, come suo solito, per far presa sui suoi interlocutori affin-ché il suo messaggio rimanga be-ne impresso, utilizza delle immagini forti e paradossali. Un gra-nello di senape è un seme minu-scolo, grande quanto la testa di uno spillo. Il sicomoro è invece un grande albero dalle radici profon-de. Gesù dice che basterebbe una fede grande quanto un granello di senape per ordinare a un sicomo-ro di sradicarsi dalla terra e tra-piantarsi nel mare...
Insomma, non c'è alcun biso-gno di chiedere al Signore di au-mentarci la fede perché con la nostra piccola fede potremmo già fare grandi cose per il Signore.
Non importa quanto piccola o grande sia la nostra fede, quello che conta è piuttosto affidarci al nostro Signore così come siamo e sarà Lui a donarci le forze al mo-mento opportuno per sradicare gli ostacoli che si frappongono sul nostro cammino di vita cristiana in ubbidienza alla Parola di Cristo.
La nostra vita cristiana non di-pende dalla quantità della no-stra fede, ma dalla grazia di Dio in Cristo, il quale interviene nelle no-stre vite e opera per noi grandi cose se noi ci affidiamo a Lui così come siamo con la nostra piccola fede.
Chi pensa di agire basandosi sulla grandezza della propria fe-de, in realtà confida ancora in se stesso e nelle sue capacità uma-ne, anziché in Cristo.
Non ha senso dunque aspettare che la nostra fede cresca per poter poi ubbidire al Signore, ma quello che conta è affidarci a Lui, confidando non nella forza della nostra fede, ma nella potenza della sua grazia. Il Signore, infatti, non ci richiede una fede grande, ma una fede operante.
Il nostro piccolissimo granello di fede è dunque già di per se stesso sufficiente per seguire il nostro Signore giacché ciò che è grande non è la nostra fede, ma è l'opera che Dio compie per noi in Cristo.
Carissimi fratelli e sorelle, la Pa-rola di Gesù oggi ci ricorda che non dobbiamo aspettare che la nostra fede cresca per impegnarci per il Signore, ma Egli ci chiama a seguirlo così come siamo, con la nostra fede piccola e fragile. La nostra fede, infatti, potrà irrobustirsi soltanto attraverso una pra-tica quotidiana di ubbidienza alla Parola del Signore, in base alla quale non confidiamo più nelle nostre forze, ma nella potenza di Dio. In questo modo il nostro gra-nello di fede, collaudato dall'espe-rienza, potrà germogliare nei no-stri cuori, producendo i suoi frutti.
Perciò, quando anche noi siamo tentati come i primi discepoli a tirarci indietro di fronte alle ri-chieste difficili da realizzare che Dio ci rivolge per mezzo di Gesù Cristo, ricordiamo che la nostra ubbidienza al Signore non dipen-de dalle nostre forze umane, spesso vacillanti, ma dipende dalla forza che il Signore concede a quanti confidano in Lui anche con un solo granello di fede.
Ricordiamo che tanti uomini di Dio, da Mosè ai profeti, si sentiro-no inadeguati di fronte alla chia-mata del Signore, riconoscendo i loro limiti umani e la loro poca fede. Eppure, il Signore li rese in grado di compiere le missioni per le quali furono chiamati. Il profeta Isaia, per esempio, in un primo momento, partendo dalla sua condizione umana, si sentiva in-degno di proclamare la Parola di Dio perché era un uomo dalle labbra impure. Ma quando le sue labbra furono toccate dal fuoco della grazia di Dio che perdona i nostri peccati, di fronte alla chia-mata del Signore, egli poté final-mente rispondere: "Eccomi man-da me" (Is 6,8).
È vero, non sempre saremo in grado di perdonare subito chi ci ha ferito e non sempre ci sentire-mo pronti ad affrontare con co-raggio le prove che la vita ci pone davanti. Ma, in casi del genere, anziché sentirci in colpa per la nostra poca fede, finendo per de-moralizzarci, vogliamo affidarci al Signore con il nostro piccolo gra-nello di fede e sarà Lui a operare grandi cose attraverso la nostra minuscola fede. Infatti, anche se la nostra fede rimane piccola, il Dio nel quale confidiamo è gran-de. E allora, quando le prove della vita sembrano più grandi di noi, per poter avere la forza di affron-tarle, vogliamo fare affidamento non nella grandezza della nostra fede, ma nella grandezza di Dio, il quale ci richiede soltanto una fede grande quanto un granello di senape per poter intervenire con potenza nelle nostre vite.
In un solo granello di fede è già presente tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Un solo granello di fede in Gesù racchiude infatti tutta la forza che Dio ci ha manifestato in Cristo, con la quale Egli è venuto a sconfiggere il male, il peccato e la morte.
Se impareremo a confidare in questa forza anziché in noi stessi, saremo in grado di amare il no-stro prossimo, come Dio ci ha amati in Cristo, potremo perdona-re chi ci ha ferito, come Dio ci ha perdonati, e saremo misericordio-si gli uni verso gli altri, come il Signore ha usato misericordia verso ognuno di noi.
Se ci affideremo al nostro Si-gnore anche con un solo granello di fede, Egli interverrà nelle no-stre vite per rinnovarci giorno do-po giorno le forze di cui avremo bisogno per affrontare con corag-gio le avversità della vita e per essere testimoni della sua grazia che non temono di proclamare il suo nome e di annunciare che solo Lui è la nostra speranza e solo in Lui è la nostra salvezza.
In definitiva, questo è l'insegna-mento che la Parola di Gesù oggi ci trasmette: anziché aspettarci di avere una fede più grande, vogliamo iniziare col coltivare la no-stra piccola fede. rimettendola nelle mani del Signore, ed Egli ci sorprenderà rendendoci in grado di fare cose che prima non ci sa-remmo mai sognati di riuscire a fare, come amare, perdonare e accogliere al di sopra delle nostre capacità umane; come affrontare i disagi, le difficoltà e gli imprevisti della vita al di là dei nostri limiti umani.
Il Signore è con noi e aspetta soltanto che noi ci affidiamo a Lui con il nostro granello di fede per poter intervenire nelle nostre vite con la forza del suo amore e con la potenza della sua grazia.
Apriamogli i nostri cuori feriti dalle nostre relazioni umane o ap-pesantiti dalle ostili vicende della vita ed egli continuerà a sor-prenderci.
Confidiamo nel Signore con il nostro granello di fede ed Egli interverrà ancora nelle nostre vite per sradicare dai nostri cuori ogni male e per trapiantare in essi la sua misericordiosa bontà, che è come un balsamo che lenisce ogni ferita. In questo modo sare-mo liberi da ogni forma di rancore o di astio contro il nostro prossi-mo o contro questa vita così tra-vagliata e diventeremo degli uo-mini e delle donne in grado di testimoniare agli altri la loro espe-rienza di fede col Signore.
Al di là della grandezza della nostra fede, il Signore oggi ci richiama tutti a essere dei segni di speranza per questo mondo, annunciando a esso l'amore che Dio ci ha manifestato in Cristo.
Infatti, quello che davvero conta nella nostra vita non è la gran-dezza della nostre fede, ma è la grandezza del suo amore per ognuno di noi. Basta anche una piccola fede da parte mia e da parte tua per conoscere questo grande amore che riempie i nostri cuori e  che rigenera le nostre vi-te.
Doniamo al Signore il nostro piccolo granello di fede ed Egli ci colmerà del suo amore e della sua grazia, rendendoci dei testi-moni viventi del vangelo nel no-stro mondo.
 
Ottobre 2021 - Ruggiero Lattanzio
 
 
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