Nuzzolese Nicola - articolo Franco Casanova - Aceb_PugliaBasilicata

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Riforma • numero 44 • 20 novembre 2015 • pagina 10 • vita delle chiese


Nicola Nuzzolese  

Una vita fedele alla vocazione di Dio
 
Francesco Casanova
Dopo un’improvvisa, sofferta malattia, assistito e confortato dall’amore della moglie Isabella, dei figli e di molti fratelli e sorelle in Cristo, la sera del 6 novembre ha lasciato per sempre questa terra Nicola Nuzzolese, anziano e predicatore locale della chiesa battista di Altamura (Ba). La sua morte ha segnato in me un solco profondo perché, anche se geograficamente lontani, fra noi esisteva un forte legame di ricordi e sentimenti indissolubili. Nicola era per me il fratello dal quale attingere forza e gioia di vivere. Desidero ricordare il percorso di fede maturato insieme negli anni della nostra prima giovinezza, quando la fede in Cristo cominciava a lasciare le sue prime tracce nella nostra vita di adolescenti. Erano gli inizi degli anni ’50, con Nicola organizzavamo l’Unione giovanile di Altamura. L’attività che più ci prendeva e divertiva era la preparazione delle recite. Nicola aveva il compito di scegliere i copioni, batterli a macchina (era un ottimo dattilografo) e distribuirli. A lui inoltre spettava il compito di mandare le notizie del gruppo giovanile a Noi Giovani e della chiesa a Il Messaggero Evangelico, i due organi del Movimento giovanile e dell’Ucebi. Con la venuta del pastore Arnoldo Vianello cominciò per entrambi un processo di approfondimento teologico e impegni di predicazione nelle diaspore di Puglia e Lucania finché, nel 1958, le nostre strade si divisero a causa della mia partenza da Altamura. Fino a oggi Nicola è rimasto fedele alla vocazione rivoltagli dal Signore. Ha lavorato assiduamente per la chiesa, dedicandosi in particolare alla predicazione e a moltissime attività ecclesiastiche delle chiese battiste di Puglia e Lucania, dando anche un buon contributo alla stampa del Calendario evangelico. Mi è stato riferito che negli ultimi giorni era amareggiato perché privo di voce e quindi impossibilitato a parlare del Signore. L’ultima volta che gli ho parlato per telefono ho sentito la sua debolezza fisica, ma anche il  suo forte desiderio di «scivolare» nelle mani di Dio, nella piena certezza di appartenergli. Alla moglie Isabella, ai figli Dario, Lidia, Roberto, Francesca, alla chiesa battista di Altamura va il nostro abbraccio e la nostra solidarietà. A tutti noi rimane la serena convinzione che la preoccupazione primaria di Nicola non era di vivere il più a lungo possibile, ma il più pienamente possibile, in Cristo.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
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